Onorevoli Colleghi! - La legge 5 febbraio 1992, n. 104, lodevole in quanto è stata la prima legge in Europa a riconoscere i diritti dei portatori di handicap, è stata in parte disattesa per alcune difficoltà oggettive legate alla pratica dell'integrazione di tali soggetti.
      I disabili sono ormai inseriti nelle scuole di ogni ordine e grado, ma sono comunque classificati in base a criteri di normalità che prescindono dalla loro diversità.
      Infatti non è stata ancora creata una cultura dell'attenzione alla persona portatrice di handicap.
      Bisogna lavorare per riconoscere, al di là dell'handicap, la persona con i suoi diritti, con i suoi bisogni, con le sue potenzialità: la persona con handicap è diversa, ma proprio perché tale ha delle diverse risorse umane che, se valorizzate, costituiscono la sua specificità.
      È proprio la specificità delle persone con handicap che va scoperta, salvaguardata e utilizzata per essere integrata in un tessuto sociale variegato e non omologato.
      Ne consegue che l'handicap può diventare una risorsa per costituire una società più giusta tramite una scuola capace di ridefinire i suoi obiettivi educativi, accogliendo e valorizzando ogni diversità e promuovendo energie prosociali naturali nei bambini e nelle bambine che, interagendo con i portatori di handicap, diventano cittadini attivi in un mondo che riconosce pari opportunità ad ogni individuo.
      La presente proposta di legge intende perseguire l'obiettivo altamente sociale di dare valore all'handicap per riconoscerlo come risorsa e come veicolo di integrazione sociale.
      Essa si propone come un modello di integrazione reale e per la sua attuazione fa affidamento ad enti, organizzazioni non lucrative

 

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di utilità sociale (ONLUS) e fondazioni che già operano secondo i princìpi illustrati. A tale fine è inoltre prevista l'istituzione di appositi centri di ricerca per monitorare le diverse situazioni relative all'handicap, valutare i risultati e dirigere la ricerca in forma anche di prevenzione.
      Nella convinzione che una diagnosi precoce dell'handicap possa ritardare o limitare la gravità dello stesso occorre prevedere:

          a) l'istituzione di un osservatorio permanente affidato a un'équipe medico-psico-pedagogica in ogni nido e scuola dell'infanzia;

          b) uno screening in ingresso, in itinere e in uscita per ogni anno di attività, ai fini di monitorare i dati e dirigere gli interventi individualizzati a sostegno delle problematiche evidenziate;

          c) una ricerca sull'incidenza delle varie tipologie e fenotipi dell'handicap;

          d) interventi di sostegno alle famiglie dei bambini con le problematiche individuate;

          e) gruppi di auto-aiuto per i genitori per creare solidarietà e sinergie;

          f) la formazione pedagogica del personale del nido e della scuola dell'infanzia;

          g) sinergie didattiche e pedagogiche per scoprire problematiche legate alla conduzione delle classi e realizzare l'integrazione delle diversità;

          h) una documentazione multimediale dei momenti educativi più utili a visualizzare l'ottimizzazione dei tempi della riabilitazione dell'handicap e la qualità dell'integrazione;

          i) l'utilizzo di ambienti sportivi polivalenti idonei alla riabilitazione motoria o psico-fisica;

          l) laboratori per la logopedia, la psico-motricità, la musicoterapia, l'espressività grafico-pittorica e mimico-gestuale.

      È prevista l'istituzione di un centro di ricerca in materia per ogni provincia, da affidare ad enti, ONLUS e fondazioni che operano nel settore.
      Il centro di ricerca è formato dal consiglio di amministrazione e dal comitato scientifico.
      Il consiglio di amministrazione provvede alla gestione dei fondi, realizza lo studio di fattibilità, redige il progetto e ne cura la realizzazione, predisponendo gli spazi per i laboratori, per la formazione, gli ambienti sportivi e gli spazi educativi ove realizzare il modello di integrazione.
      Il comitato scientifico è costituito da un direttore e dall'équipe medico-psico-pedagogica.
      Il direttore coordina la ricerca e la formazione e dispone la pubblicizzazione dei dati.
      Il comitato scientifico prepara i piani operativi in relazione agli indirizzi generali della ricerca e ne cura la realizzazione; formula proposte di collaborazione con partner del territorio pubblici e privati con interessi convergenti; organizza corsi di formazione psico-pedagogica per logopedisti, educatori, insegnanti, istruttori di nuoto, fisioterapisti, psicomotricisti, esperti dei laboratori grafico-espressivi, mimico-gestuali e musicali; allestisce laboratori per la ricerca in spazi predisposti e costruiti per l'uso e monitora i dati della stessa; predispone le condizioni per l'individuazione dei bisogni formativi di ogni singolo bambino e delle sue potenzialità, così che la scuola, riconoscendo valore ad ogni specificità, possa garantire l'uguaglianza sostanziale dei risultati; programma incontri sinergici con il personale educativo per orientare nuovi percorsi di ricerca formativa e didattica utili a migliorare la qualità e le condizioni dell'apprendimento; raccoglie ed elabora i dati della ricerca e ne dà informazione agli organi competenti, locali e nazionali, attraverso pubblicazioni e vari altri strumenti di diffusione (convegni, seminari eccetera); istituisce un archivio dei dati delle ricerche.

 

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